Training
Piano di Allenamento per il Ciclismo: le Intensità
di Stefano Orazzini
RESISTENZA ANAEROBICA LATTACIDA
La Resistenza Anaerobica Lattacida entra in gioco quando la durata di uno sforzo massimale si prolunga per oltre 30 secondi fino a 2/3 minuti e parallelamente si ha una considerevole produzione di lattato.
Nelle fasi di una corsa, corrisponde al gesto atletico che si compie nel momento in cui si cerca di portar via una fuga, oppure nel classico finale da finisseur che anticipa la volata all’ultimo km o ancora, allo sforzo anaerobico che accompagna gli arrivi posti al culmine di brevi salite.
Tutte situazioni che prevedono un impegno tipico massimale che non va oltre i 3 minuti e che richiedono grande potenza espressa per un periodo abbastanza lungo, accompagnato da una notevole sensazione di fatica, soprattutto a livello muscolare.
Esercizi massimali del genere comportano un elevatissimo accumulo di lattato (oltre gli 8mmol/L) e conseguente iperacidosi muscolare che limita lo sforzo ad un periodo piuttosto breve.
Lo scopo di allenarsi sulla Resistenza Anaerobica Lattacida è quello di riuscire ad ottenere quegli adattamenti muscolari in modo che l’iperacidosi sia tollerata più a lungo possibile.
Anche qui il metodo dei carichi è quello ad intervalli, seguiti da fasi di recupero quasi complete.
Come nella Resistenza Anaerobica Alatticida, anche in quella Lattacida, la risposta del cuore non è lineare all’intensità del lavoro (è ritardata) e quindi il monitoraggio con il cardiofrequenzimetro non è possibile. Solo attraverso il powermeter possiamo testare i progressi di un allenamento specifico su esercizi massimali sotto i 3 minuti.