Tecnica
Speciale Telaio e Misure
di Stefano Orazzini
L’INCLINAZIONE DEL TUBO PIANTONE #1
L'inclinazione del tubo piantone, insieme all'altezza di sella, determina il modo di pedalare di un ciclista.
Agendo su queste due variabili si può spostare il punto di appoggio del cavallo sulla sella nel senso “alto-basso” e “avanti-indietro” con tutte le implicazioni biomeccaniche dei casi.
Regolando lo svettamento del reggisella ovviamente abbassiamo o alziamo l'altezza di sella, inclinando più o meno il tubo piantone spostiamo la sella più o meno vicina al manubrio e, fattore più importante ai fini della biomeccanica degli arti inferiori, al movimento centrale, il vero fulcro della pedalata.
Innanzitutto teniamo ben presente che, qualunque inclinazione daremo al tubo piantone, l'altezza di sella rimarrà la stessa, perciò ricordiamo che l'altezza si sella va misurata in diagonale dal centro del movimento al centro anatomico di sella e non in verticale, ne tantomeno partendo da terra !
La misura dell'inclinazione del piantone è individuata dall'angolo acuto (figura 9) che si forma dall'intersezione tra il tubo piantone e l'orizzontale (o il terreno visto che è parallelo all'orizzontale ...). Se l'ampiezza dell'angolo cresce il piantone tende ad assumere una posizione verticale (inclinazione 90°), viceversa a valori sempre più bassi il piantone tende all'orizzontale.
Gli studi di biomeccanica applicata al ciclismo hanno individuato che il valore di angolo piantone che rappresenta il compromesso migliore tra comodità, efficienza e limiti costruttivi di una bicicletta è solitamente compreso tra 72 e 76 gradi. Fanno eccezione solo alcuni modelli da triathlon o da cronometro costruiti con piantoni più verticali (anche 80°) che però sacrificano la comodità in nome dell'aerodinamica.
Con un'inclinazione più ampia (il tubo più dritto) si è più seduti sul movimento centrale e la posizione risulta aggressiva, mentre gli arti inferiori posizionati verticalmente sui pedali spingono con più efficienza meccanica e risulta più facile scattare ed aggredire la salita. La bici è più nervosa e scattante, ma obbliga ad una posizione di continuo attacco poco rilassante.
Il baricentro della bici e di conseguenza del ciclista è spostato in avanti e la distribuzione del peso piuttosto avanzata può creare problemi di stabilità alla ruota motrice. La verticalità del piantone poi, smorza poco le vibrazioni provenienti dal terreno a scapito della comodità.
Un angolo piantone più chiuso (il tubo meno dritto) fa arretrare la sella indietro sulla ruota posteriore e si è quindi più seduti e comodi. La pedalata è più arretrata (si spinge da dietro) e si riesce a pedalare meglio in prossimità del pms. Dal punto di vista puramente meccanico invece è meno efficiente perché con il pedale a 90° il piede non spinge perpendicolarmente. Solitamente favorisce il ciclista di potenza piuttosto che lo scattista.
Il mezzo risulta adatto a gare di lunga durata dal momento che la posizione in sella è maggiormente confortevole. La sella arretrata fa sì che la distribuzione del peso del ciclista sul mezzo sia saldamente sulla ruota posteriore con garanzie di stabilità in discesa. Inoltre la posizione meno verticale del piantone rispetto al terreno smorza leggermente le vibrazioni provenienti dall'asfalto generando un po'di sollievo per il ciclista.