Tecnica

Speciale Telaio e Misure

di Stefano Orazzini

DISTANZA E SCARTO SELLA-MANUBRIO #2

Viceversa un'inclinazione molto pronunciata (sella arretrata) del piantone obbliga la parte lombo sacrale della colonna e gli addominali ad una flessione in avanti più difficile da mantenere, ma in compenso il peso corporeo risulta ben distribuito lungo tutta la lunghezza della bicicletta.

Alcuni autori sostengono invece che troppo peso sulla ruota motrice sia negativo ai fini dell'efficienza della pedalata, in particolare in salita. Nel caso di un piantone "seduto" (angolo chiuso) per mantenere la stessa distanza sella-manubrio dovremmo optare per un attacco manubrio "corto" avendo già un valore di scostamento sella elevato.

L'inclinazione del piantone più o meno ampia però non influisce più di tanto sulla distanza sella-manubrio e quindi, se non modifichiamo la lunghezza dell'orizzontale, non ci resta che agire sull'attacco manubrio per operare quelle regolazioni che non superino i 2/3 cm.

L'angolo piantone nella peggiore delle ipotesi può influire di circa 1 cm tra due posizionamenti "estremi"  (una differenza al piantone di 4/5°), distanza che potrà essere recuperata adottando un attacco manubrio più corto (se utilizziamo un piantone "seduto") o più lungo (nel caso di un piantone "verticale").

Un altro aspetto importante per la posizione del busto è legato all'assetto aerodinamico che intendiamo mantenere. L'aerodinamica svolge un ruolo proporzionalmente crescente con l'aumentare della velocità e quindi una buona posizione si riflette in una buona efficienza in particolar modo in pianura.

Di norma una posizione più orizzontale provoca una minor resistenza all'avanzamento in virtù della minor superficie frontale esposta, il prezzo da pagare è però un minor comfort dovuto alla chiusura dell'angolo del busto verso il tubo orizzontale. Un segnale di allarme di un'eccessiva "orizzontalità" della posizione, potrebbe essere lo sbattere degli arti inferiori sugli addominali.

Una posizione aerodinamica presuppone quindi un'ottima mobilità del tratto lombo sacrale della colonna vertebrale, per far sì che il bacino rimanga in posizione classica senza inclinazioni in avanti che pregiudicherebbero il movimento degli arti inferiori (sobbalzi sulla sella).

Abbiamo visto così una serie di buone ragioni personali e tecniche per variare la distanza sella-manubrio, senza prendere come oro colato i metodi precedentemente illustrati.

All'inizio di questa panoramica sulle misure del telaio avevamo però preannunciato di ricercare un metodo matematico per la creazione di una bici costruita a nostra immagine e somiglianza e, visto che non intendiamo sottrarci a questo impegno, cercheremo di proporre un metodo oggettivo per la ricerca della distanza sella-manubrio ideale. Vediamo come procedere.

Prendiamo come riferimento illustrato per questa analisi la figura 20. Nell'intervento dedicato al tubo orizzontale (figura 20: segmento BC) abbiamo visto come la quota relativa appunto all'orizzontale stia in relazione stretta con la misura del busto. Più lungo è il busto, maggiore sarà la quota dell'orizzontale in una relazione proporzionale che abbiamo quantificato in 0,88; ad esempio, per un busto di 60 cm proponiamo un telaio "lungo" 52,8 cm (arrotondando al cm: 53 cm).

A questa quota dobbiamo poi aggiungere la lunghezza dell' arretramento sella (figura 20: segmento B'B) che va dal punto d'incrocio (B') del prolungamento posteriore del tubo orizzontale con la perpendicolare tracciata dal centro anatomico di sella (S), fino all'estremo dell'orizzontale (B) (In pratica: lo scostamento sella meno lo scostamento del telaio). L'arretramento sella sarà tanto minore quanto più "verticale" risulterà il piantone (piantone che tende agli 80°) e maggiore nel caso di una sella molto arretrata (piantone che tende ai 70°), ma comunque con differenze massime, come già accennato, di circa 1 cm tra posture opposte.

Quindi, alle quote dell'arretramento sella e della lunghezza del tubo orizzontale, sommiamo la proiezione dell'attacco manubrio (figura 20: segmento C'D) sul prolungamento anteriore del tubo orizzontale.

La misura della proiezione dell'attacco risulterà uguale alla lunghezza dello stesso, se l'attacco manubrio sarà parallelo al tubo orizzontale (attacco in posizione neutra), mentre risulterà leggermente inferiore nel caso di un attacco "inclinato" verso l'alto o il basso. La posizione neutra si ottiene con un attacco che presenta un valore angolare pari a quello dell'angolo di sterzo (74°/76° circa).

Adesso abbiamo la somma dell'arretramento sella (B'B), del tubo orizzontale (BC) e della proiezione dell'attacco manubrio (CD), quindi per trovare la misura della distanza sella-manubrio occorrerà sottrarre la quota dell'arretramento dell'attacco manubrio (figura 20: segmento C'C) rispetto all'estremo anteriore del tubo orizzontale

L'arretramento dell'attacco manubrio è facilmente rilevabile attraverso un calcolo trigonometrico in quanto siamo a conoscenza sia del valore di angolo dello sterzo, sia dell'escursione verticale (figura 20: segmento CY) a cui viene collocato il manubrio. Nella tabella illustrata qui di seguito (figura 21) potete confrontare alcuni valori di arretramento dell'attacco, in base a escursioni verticali varie, con un angolo di sterzo fissato in 75°.

Riepilogando, la distanza sella-manubrio è data da:

A questo punto, visto che la quota dell'orizzontale l'abbiamo già derivata della lunghezza del busto e che l'arretramento sella è vincolato all'inclinazione del piantone a sua volta legato alle dimensioni degli arti inferiori, per variare la distanza sella-manubrio non ci resta che agire per differenza sulle quote di proiezione e arretramento dell'attacco manubrio.

Suggeriamo quindi una distanza sella-manubrio pari al 107% della lunghezza del busto nel caso si ricerchi la comodità della posizione ed una postura cicloturistica, al 109% nel caso si opti per un compromesso tra comfort e prestazione, in pratica adottando una postura classica e al 111% se il nostro obiettivo è essenzialmente la resa aerodinamica.

Calcolato il valore di distanza sella-manubrio (C'D) sottraiamo orizzontale (BC) ed arretramento di sella (B'B) ed otteniamo la differenza CD tra la proiezione (C'D) e l'arretramento (C'C) dell'attacco manubrio, dal quale potremo risalire alla lunghezza dell'attacco manubrio da adottare, ma solo dopo aver valutato anche lo scarto sella-manubrio perché la profondità del collocamento della piega (escursione verticale CY) influisce sulla scelta della misura dell'attacco. Vedremo in seguito il perché.

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