Tecnica
L'Aerodinamica nel Ciclismo: la Scia
di Stefano Orazzini
Gli strumenti utilizzati nei test per verificare il risparmio sono stati essenzialmente due: la potenza e il consumo di ossigeno (Vo2) , due criteri oggettivi su cui calcolare il beneficio della marcia in scia.
Basta infatti a parità di velocità e condizioni climatico-ambientali confrontare il dispendio in condizioni normali con quello in scia e il gioco è fatto.
Naturalmente verranno testati i fattori variabili del ciclista a ruota (distanza dalla ruota posteriore, velocità ....) per valutarne l'impatto sul risparmio e formulare un'ipotesi valida.
Vediamo i risultati ottenuti.
Assumendo un'area frontale media (un ciclista di taglia forte "coprirà" più di un ciclista taglia piccola ...) e una velocità di circa 40 km/h ecco gli impatti sul risparmio energetico espressi in %.
Come possiamo vedere dalla tabella illustrata qui sopra, l'entità del risparmio dipende sia dalla distanza dalla ruota posteriore del ciclista che ci sta davanti, sia dalla quantità e la disposizione dei ciclisti che ci precedono.
Riuscire a mantenere una distanza inferiore ai 50 cm da chi ci pedala davanti, è un ottimo sistema per risparmiare energie preziose.
E' consigliabile quindi provare questo esercizio in allenamento dal momento che ci vuole un po' di pratica e soprattutto occorre mantenere un'elevata concentrazione poiché, vista la vicinanza tra le nostre gomme e quelle di chi ci sta di fronte, il rischio di "tamponamento" non è da sottovalutare.
In gruppo naturalmente l'effetto-scia aumenta vistosamente e trovarsi nel bel mezzo del plotone circondati dagli altri ciclisti, talvolta può voler dire risparmiare il 50% di fatica !! Si ha come la sensazione di essere "risucchiati" e non diventa difficile anche per i meno allenati scambiare due chiacchiere e contemporaneamente marciare a 40 orari.
E' ovvio che diminuendo la velocità, decresce la resistenza dell'aria e quindi anche il risparmio di stare a ruota perde di consistenza.
L'analisi effettuata finora è valida per casi in cui vi sia vento frontale o assente; nell'ipotesi di vento contrario di direzione laterale/diagonale al senso di marcia occorre adottare una correzione al metodo "classico" di stare in scia: il cosiddetto ventaglio.
Il ventaglio consiste nel proteggersi dal vento contrario di direzione non frontale, spostandosi lateralmente rispetto a chi ci precede nella direzione opposta rispetto a quella da dove proviene il vento. La linea immaginaria che unisce chi sta davanti e chi sta a ruota dovrebbe avere quindi la stessa direzione del vento.
Nel caso che il ciclista a ruota tenesse una posizione classica in linea con il senso di marcia, si ritroverebbe con un "fianco esposto" al vento laterale con il risultato di diminuire il risparmio energetico in scia. Spostandosi di lato quindi si riesce ad evitare il fastidio della resistenza aerodinamica sul fianco e il risparmio rimane pressoché inalterato.
Spesso infatti, seguendo una corsa in tv, si può notare in una giornata ventosa, il gruppo assumere una posizione diagonale rispetto alla direzione della strada; questo accade per la ragione appena esposta e la direzione della diagonale del gruppo (sinistra-destra oppure destra-sinistra) ci indicherà il vettore del vento.
Nessuna controindicazione quindi per chi sta in scia, tranne ... la cattiva fama di "succhiaruote" che si guadagna chi ne abusa sfruttando sistematicamente il lavoro altrui.
Solitamente il ciclista che incarna il personaggio del succhiaruote è sempre mal visto dai compagni del gruppo, in particolar modo se lo fa con il fine ben preciso di risparmiarsi per affondare l'attacco in un secondo momento.
Diffidate dai succhiaruote non la raccontano mai giusta ... ;-)