Tecnica
L'Aerodinamica nel Ciclismo: la Scia
di Stefano Orazzini
Chiunque abbia provato almeno una volta a condividere un'uscita in bici con altri ciclisti, avrà sicuramente assaporato la confortante sensazione dello "stare a ruota". Si dura molta meno fatica e si lascia spremere quelli che stanno davanti a "tirare" (in gergo ciclistico: pedalare in testa al gruppo e quindi sobbarcarsi la gran parte del lavoro).
La spiegazione di questo fenomeno è semplice, specialmente in virtù delle conoscenze che abbiamo acquisito negli interventi già pubblicati.
Gli ostacoli alla marcia del ciclista sono rappresentati dal peso, dagli attriti e dall'aria; mentre le prime due resistenze possono essere diminuite attraverso una dieta, l'utilizzo di un mezzo più leggero o l'adozione di copertoncini e ingranaggi più scorrevoli, l'ostacolo-aria può essere alleviato attraverso:
• la marcia a ruota (in scia)
• posizione sul mezzo aerodinamica
• accorgimenti aerodinamici (abbigliamento, telaio, ruote, appendici ...)
• l'altitudine
In questo intervento parleremo dei vantaggi dello "stare a ruota".
Guardando in tv una corsa ciclistica, vi sarà capitato di vedere dei ciclisti in fuga darsi il cambio alla testa del gruppetto, oppure un'immagine dall'elicottero del gruppo con i ciclisti in testa che pedalano e quelli nelle retrovie che si lasciano trasportare dalla scia dei primi, o ancora, un gregario rifiutare il cambio alla testa del gruppetto in fuga, perché ha il capitano tra gli inseguitori e non vuole favorire gli avversari; questi sono solo alcuni esempi di come il gioco delle scie possa condizionare una corsa ciclistica.
Stare in scia risulta vantaggioso grazie all'area di bassa pressione che si viene a creare dietro ad un ciclista in movimento; si crea un "vuoto" d'aria dove la pressione frontale risulta inferiore rispetto a condizioni normali.
Stare a ruota quindi paga, ma in particolar modo i benefici della scia si fanno sentire in pianura e in discesa, dal momento che, la velocità è più elevata e le particelle d'aria che sbattono contro l'area frontale del ciclista costituiscono un ostacolo ancora maggiore.
Se poi ci aggiungiamo il vento contrario, la resistenza aumenterà ancora poiché la velocità del vento andrà sommata a quella effettiva su strada.
La velocità del mezzo sommata e quella del vento contrario sono quindi proporzionali alla resistenza che l'aria oppone al ciclista; la relazione che le lega è di tipo quadratico, cioè la resistenza aerodinamica aumenta con il quadrato della velocità.
In condizioni di assenza di vento, il risparmio di chi sta a ruota dipende da questi fattori:
• la distanza dalla ruota posteriore di chi lo precede
• area frontale di chi lo precede
• la velocità
• il numero di ciclisti che lo precedono e la loro disposizione
Quantificare oggettivamente questi benefici è cosa praticamente impossibile; le variabili che interverrebbero in un ipotetico modello matematico sono tante e difficili da valutare, per questo motivo ci affideremo ai dati empirici ottenuti con test da campo effettuati da ricercatori e pubblicati in saggi della letteratura ciclistica.
Abbiamo provato anche noi a testare i risultati della teoria con un rilevatore di potenza e i risultati confermano le teorie.
Vediamo innanzitutto come sono stati svolti i test.