Alimentazione
I Meccanismi Energetici
di Stefano Orazzini
MECCANISMO ANAEROBICO LATTACIDO
Il meccanismo anaerobico, a differenza di quello aerobico, "funziona" senza che vi sia bisogno dell'intervento dell'ossigeno. Innanzitutto premettiamo che per attivare il meccanismo anaerobico vengono utilizzate solo le scorte di carboidrati presenti nell'organismo sotto forma di glicogeno muscolare ed epatico e di glucosio nel sangue. Il processo che porta alla formazione di energia attraverso questo sistema è detto anche glicolisi.
Glucosio -> energia (2 ATP) + piruvato
A livello chimico la molecola di glucosio viene demolita inizialmente in piruvato e successivamente, dal piruvato può essere prodotto AcetilCoa oppure Lattato. Nel primo caso (AcetilCoa) viene attivato il meccanismo aerobico di cui abbiamo parlato precedentemente, mentre nel secondo caso (Lattato) è attivato il meccanismo anaerobico lattacido. La "molla" che fa scattare la produzione di Lattato piuttosto che AcetilCoa è rappresentata dal ph del muscolo: più il ph è acido più Lattato viene prodotto.
Ma quand'è che si verifica un'elevata acidità nel muscolo ?
La scissione dell'ATP comporta la liberazione di un protone (H+); l'aumento della concentrazione di protoni nel muscolo fa diminuire il ph e di conseguenza aumentare l'acidosi. Quando l'utilizzazione del meccanismo aerobico (ovvero la produzione di AcetilCoa dal piruvato) raggiunge una certa consistenza si ha, per la conseguente liberazione di protoni, un'elevata acidosi muscolare. Il ph acido è praticamente il "campanello d'allarme" per le cellule che a questo punto cominciano a produrre Lattato anzichè AcetilCoa, poichè il regime aerobico è ormai a pieni giri.
Riepilogando: quando il piruvato prodotto dalla demolizione dei carboidrati è maggiore (alta richiesta energetica) di quello che viene utilizzato per via aerobica (AcetilCoa), la parte eccedente viene degradata a Lattato a causa dell'alta acidosi muscolare prodotta dal lavoro aerobico.
Il Lattato prodotto, utile al cuore e alla creazione di nuovo glicogeno, può essere smaltito più o meno velocemente dall'organismo; se la sua produzione è maggiore del suo smaltimento si accumula nei muscoli.
Attenzione però, il Lattato che viene accumulato, contrariamente alle comuni credenze, non è la causa diretta della fatica muscolare. Anzi funziona da tampone per l'azione acida dei protoni. Piuttosto possiamo affermare che a concentrazioni alte di Lattato corrispondono, (ovviamente visto che rappresenta la causa della produzione di Lattato) alte concentrazioni di protoni e quindi acidità muscolare.
Ed è proprio l'acidità muscolare che causa la sensazione di fatica. Si ha quindi una relazione diretta tra acidità e Lattato ed è per questo, ad esempio, che viene utilizzato il prelievo del lattato ematico per valutare l'intensità di uno sforzo muscolare: maggiore è il Lattato, maggiore è l'acidità.
Il meccanismo anaerobico è utilizzato significativamente per esercizi submassimali della durata variabile tra 8" e 5', dopodichè partecipa in maniera meno rilevante alla produzione di energia. La teoria dell'allenamento ha studiato molto attentamente la zona di soglia anaerobica (o soglia del lattato), ovvero l'intensità alla quale corrisponde un accumulo significativo (circa 4 mmol/L) di lattato che ben presto (20-40 min) porta alla fatica muscolare. La letteratura in proposito è vastissima e ogni autore ha la sua definizione di soglia anaerobica.
A noi interessa sapere che stimolando il meccanismo anaerobico lattacido attraverso gli allenamenti specifici, si ottengono degli adattamenti che ci permettono di tollerare più facilmente l'acidosi, di innalzare l'intensità alla quale si verifica l'accumulo di lattato e di prolungare la resistenza a queste intensità.